Dall'ufficio di presidenza di questa sera esce un Pdl compatto, schierato a fianco del suo leader in uno dei momenti più difficili della storia politica degli ultimi 20 anni. I vertici pidiellini riuniti a Palazzo Grazioli hanno sferrato un duro attacco alla magistratura milanese, senza risparmiare critiche al Garante della privacy. Ecco il testo approvato all'unanimità:"L'Ufficio di presidenza del Popolo della Libertà esprime pieno sostegno al premier Berlusconi, vittima da 17 anni di una persecuzione che non ha precedenti nella storia dell'Occidente.
Si è svolto oggi, e non martedì come previsto, l'interrogatorio di Nicole Minetti, la consigliera regionale indagata insieme all'impresario dello spetttacolo Lele Mora e al direttore del Tg4 Emilio Fede per favoreggiamento della prostituzione nell'ambito del caso Ruby. Minetti è stata sentita per circa due ore dai pm Ilda Boccassini, Antonio Sangrermano e Pietro Forno.
Silvio Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimettersi di fronte alla bufera del Ruby gate.
È giallo al palazzo di giustizia su una nuova effrazione che si sarebbe verificata in un ufficio al settimo piano che ospita i giudici per le indagini preliminari. L'ufficio sarebbe quello del gip Federica Centonze. Il gip Claudio Castelli ha inviato un'email a tutti i colleghi invitandoli a prestare maggiore attenzione, a chiudere sempre la porta a chiave e a modificare le password dei computer dato il momento particolarmente delicato visto che proprio ieri è stata inoltrata al settimo piano la corposa richiesta di giudizio immediato per il premier Silvio Berlusconi.
Da questa mattina la porta dell' ufficio del Gip Cristina Di Censo, il giudice che dovrà decidere sulla richiesta di giudizio immediato avanzata dalla procura di Milano per Silvio Berlusconi, è presidiata dai carabinieri. Da quanto si è saputo il 'servizio d'ordinè è stato predisposto dalla presidenza dell'ufficio Gip per tenere lontani i giornalisti e i curiosi e lasciare lavorare in piena tranquillità il Gip che dovrebbe decidere in cinque giorni, anche se il termine non è perentorio.
"Non sono la custode dell'harem di via Olgettina. Non ho gestito degli appartamenti. In via Olgettina ci sono 3 appartamenti intestati a mio nome e abitati da persone che collaborano a Mediaset. Il canone di locazione mi veniva rimborsato". Cosi si difende, intervistata dalla Stampa, il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, indagata per favoreggiamento della prostituzione insieme a Emilio Fede e a Lele Mora
Il presidente del Consiglio interviene in prima persona il giorno dopo la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati sul 'caso Ruby'. Lo fa attraverso una nota nella quale attacca frontalmente i pm milanesi. "Mai, in diciassette anni di accanita persecuzione giudiziaria contro la mia persona - dichiara il premier - alcuni pubblici ministeri della Procura di Milano erano arrivati a stravolgere, in modo così inverosimile e grottesco, la realtà dei fatti, le garanzie costituzionali e lo Stato di diritto.
La difesa del premier passa al contrattacco sul 'caso Ruby', rilevando, "oltre all'infondatezza dell'impianto accusatorio", la incompetenza della procura di Milano sui reati contestati. "Dalla lettura dell'atto notificato - scrivono in una nota gli avvocati del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo - si puó evincere come la Procura di Milano stia procedendo nei confronti del Presidente Berlusconi in maniera non conforme alla normativa vigente".
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